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Film vaporwave: Blade Runner 2049

La Vaporwave è certamente la moda estetica del decennio, e potevo farmi sfuggire l’occasione di parlare di fotografia vaporwave e film dall’estetica vaporwave? Impossibile. In questo articolo parlo di Blade Runner 2049, un “piccolo” gioiello di gusto estetico e recitazione. A mio avviso uno dei più bei film visti di recente non solo per l’amore che ho per il primo Blade Runner e per il libro, ma anche per aver saputo costruire un mondo cyberpunk e vaporwave davvero coinvolgente, al limite dell’immedesimazione.

Proprio per la fotografia (e per gli effetti speciali) Blade Runner 2049 ha vinto l’Oscar nel 2018.

ATTENZIONE: l’articolo contiene piccoli spoiler derivanti dalle scene analizzate, mentre il video in coda all’articolo contiene anche grandi spoiler sulla trama. Per cui se non hai visto il film e non ami gli spoiler, puoi (forse) leggere l’articolo ma ti sconsiglio di vedere il video.

La Fotografia Vaporwave

Azzurro, viola, nero, neon ovunque, e un sacco di sporcizia. Come potrai immaginare, la fotografia vaporwave da’ un’impronta molto forte alla color e alle ambientazioni dei film che ne sposano l’estetica, poiché il look vaporwave è caratterizzato da un’estetica senza compromessi. Le tinte sono fluo, come dicevo gli azzurri e i viola campeggiano nelle luci a neon che illuminano vicoli stretti, bui e sporchi. Sarà un caso che molti film e serie tv dall’estetica vaporwave siano di genere fantascientifico o cyberpunk? Io non credo.
Spesso e volentieri inoltre si trovano scritte in Kanji Giapponesi o comunque in ideogrammi orientali, altro elemento che accomuna cyberpunk e vaporwave.

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Blade Runner di Ridley Scott – Cyberpunk

Tratto dal romanzo “Do androids dream of electric sheep” di Philip K. Dick, Blade Runner del 1982 di Ridley Scott è un classicone intramontabile nonché è uno dei film più amati di sempre da tutti i nerd (e non solo). Il monologo finale di Rutger Hauer è del resto una delle clip più citate di sempre. Chi non ha sentito almeno 50 volte la frase “Io ne ho viste cose, che voi umani…”?

Il cyberpunk in quegli anni emanava i primi vaggiti, la vaporwave non esisteva, ma la colonna sonora di Vangelis era già come il salmo domenicale per gli amanti della synthwave. Il capolavoro di ieri era destinato ad avere un figlio. E non solo lui…

Blade Runne 2049 – Film Vaporwave Cyberpunk

Blade Runner esce 35 anni dopo, prosegue ambientazioni oscure e cyberpunk del titolo originale ma grazie ai nuovi mezzi e alla moderna  estetica vaporwave ne esalta le potenzialità narrative, e fa godere come un riccio gli amanti del genere. Manifesti tridimensionali giganti dalle fattezze che ricordano la migliore Rei Ayanami illuminano il volto del protagonista di viola e azzurro, colorano gli edifici circostanti e squarciano il nero dei grattacieli affogati nella ormai nota perenne pioggia torrenziale.

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Sarebbe troppo facile però se la ricerca fotografica di un capolavoro di questa portata si fermasse a questi due colori. Ryan Gosling infatti durante i suoi spostamenti attraversa diversi scenari, e ognuno di questi è caratterizzato da una fotografia studiata minuziosamente.

“In Blade Runner la fotografia accompagna con colori saturi e una palette ben definita ogni ambientazione. La città è nera, viola e azzurra. La zona contaminata desertica è gialla e arancio. Il centro di costruzione dei ricordi è bianco e grigio. Le stanze di Niander Wallace sono oro e nero. Alternando diverse coppie di colori accostati al nero, la fotografia diventa parte integrante della recitazione, comunican a livello inconscio direttamente alla pancia dello spettatore. Un po’ come nella ormai celebre fotografia di Breaking Bad” mi dice Leo Bastrenghi, fotografo a Firenze, che ho interpellato per un giudizio tecnico sull’opera.

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Come anticipa Leo infatti, il film vira sui colori dell’arancio quando si arriva nella zona contaminata e desertica. Lì la fotografia del film cambia totalmente palette colori ma non rinuncia al gusto per la saturazione, anzi ne fa proprio una bandiera. Inutile dire che io ami da morire tutto ciò, soprattutto quanto fra un edificio arancione e un corridoio scuro appare il mito, Harrison Ford, che prima spara e poi saluta.

Come anticipato a inizio articolo, nel 2018 Blade Runner 2049 vince il Premio Oscar per la fotografia e il Premio Oscar per gli effetti speciali.

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Colonna Sonora Synthwave – Vaporwave

La colonna sonora di Blade Runner è di Vangelis.
La colonna sonora di Blade Runner 2049 è di Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch, e dello stesso Vangelis.
Sono nomi di peso nella scena mondiale delle Original Soundtrack, e la colonna sonora del film gode dell’esperienza di questi tre mostri sacri disegnando, brano dopo brano, panorami sonori che vale la pena di esplorare.

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Attenzione: non è la classica colonna sonora con il tema riconoscibile che fa da ossatura ai 3/4 dei brani. Questa OST va intesa come un disco sperimentale che nasce allo scopo di accompagnare gli ambienti vasti e desolati del film, o le anguste vie cittadine, e vive di vita propria solo se le si concede di essere uno spazio sonoro e non un vero e proprio “disco musicale”.
Esiste una “title track” cantata da Lauren Daigle a fine disco, non mi piace ed è assolutamente fuori contesto rispetto al resto dell’opera, ma molto probabilmente saranno stati costretti a inserire una vera e propria canzone per accompagnare le presentazioni mondane del film.

Notevoli i brani Blade Runner, Mesa, 2049, ma devo dire che è un’opera che va ascoltata tutta nel suo insieme.

 

 

Se questo articolo ti è piaciuto ti consiglio di leggere l’approfondimento sull’aesthetics – ovvero l’estetica vaporwave, e quello sulla colonna sonora di Red Dead Redemption 2.

 

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Bonus: torna il videogame del 1997 di Blade Runner

Ah un piccolo bonus: un fan di Blade Runner ha impiegato 8 anni per far girare sui moderni pc il vecchio videogame del 1997 di Blade Runner. Qui alcuni spezzoni del gameplay.

 

 

 

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Sergio Pinto

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